ABITUDINE
Come si forma un’abitudine ?
Alla fine degli anni ’90, alcuni ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), hanno definito il ciclo dell’abitudine identificandone tre principali caratteristiche:
– il segnale, una particolare condizione, esterna o interna, che attiva il nostro “pilota automatico”. Per identificare al meglio un segnale, ne sono state identificati cinque importanti aspetti: il luogo in cui ci troviamo, l’ora del giorno, il nostro stato emotivo, le persone con cui siamo, le azioni precedenti appena compiute;
– la routine, il comportamento automatico vero e proprio, che si verifica dopo il segnale. La routine può essere fisica (azioni), mentale (pensieri) o emotiva (risposta emozionale);
-la gratificazione, la reazione biochimica che consegue al comportamento e che lo rinforza. Una gratificazione può essere esterna, ma anche interna: provare piacere o evitare una sensazione sgradevole, sono conseguenze molto rinforzanti, addirittura superiori a quelle estrinseche.
Le nostre abitudini fanno parte della nostra storia e caratterizzano anche la nostra personalità.
Spesso le abitudini sono comportamenti automatici che inneschiamo senza neanche più esserne consapevoli. Da diversi studi risulta che esse occupano il 45% per cento della nostra giornata probabilmente sono molto più correlate, rispetto a quanto pensiamo, al nostro livello di soddisfazione nella vita.
Ci sono abitudini buone ed abitudini cattive ?
Personalmente credo ci siano abitudini che favoriscono il nostro benessere e la nostra migliore espressione e abitudini che non sono in sintonia con chi siamo e cosa vogliamo. Partendo dal presupposto che siamo meravigliosi esseri sempre in trasformazione, e’ verosimile che chi siamo oggi e cosa vogliamo oggi, pur mantenendo delle caratteristiche strutturali, possa non essere più in sintonia anche magari solo con chi eravamo dieci anni fa.
Ma come possiamo intervenire per comprendere se le nostre abitudini sono ancora veramente nostre ?
Spesso le nostre abitudini sono un’ àncora di sicurezza in un momento di incertezza e fragilità.
Toglietemi tutto ma non …cappuccino e brioches!
Si dice per esempio che un comportamento diventa un’abitudine quando viene ripetuto per almeno 21 volte consecutive al fine di poterlo rendere automatico. Altre teorie sostengono che questo avviene solo dopo 90 volte ripetute.
Al di la’ dei tempi di ripetizione, per andare incontro al nostro benessere è sicuramente importante conoscere la “meccanica delle abitudini” (i segnali, le gratificazioni, l’ambiente esterno, ecc. ), ma se continuiamo ad ignorare la “componente emotiva” che governa le nostre decisioni, non riusciremo mai a renderci consapevoli dei nostri comportamenti.
Le conoscenze delle catene abitudinarie possono essere utilizzate sia per promuovere nuovi comportamenti, andando a instaurare nuovi legami, sia per intervenire su vecchi comportamenti, modificandoli agendo sui vari anelli.
Spesso iniziare ad entrare in contatto con le nostre meccaniche comportamentali produce una certa dose d’ansia che induce a volte a preferire di restare dove si e’, anche se tutto ciò genera malessere, piuttosto che provare a cambiare.
Alla base delle nostre abitudini ci siamo noi, con la nostra INTENZIONE. L’intenzione viene ancora prima della VOLONTA’ e per entrare in contatto con la nostra intenzione ( da in-tendere, tendere in…all’interno di noi) ci vuole OSSERVAZIONE e ASCOLTO.
Cosa osservo delle mie abitudini ? mi piacciono ? Sono proprio mie ? O sono ereditate dalla nonna, dalla religione, dalle amicizie, ecc. ?